- Cos'è l'insufficienza venosa
- Sintomi
- Cause
- Prevenzione
- Rimedi naturali
Cos'è l'insufficienza venosa
Per insufficienza venosa si intende un problema della circolazione per cui il sangue non di distribuisce bene in tutto il corpo, con conseguenze soprattutto a carico degli arti inferiori. Le gambe vengono infatti gravate da pesantezza, gonfiore, prurito, piccoli edemi nei casi più fortunati, ma si può arrivare anche alla trombosi e a disturbi posturali, dipende da quanto è ‘forte’ l’insufficienza venosa. Una volta che si è presentata, non si risolve da sola, ci vogliono cure mediche o, se tutto va bene, rimedi fitoterapici e tanti accorgimenti che passano dall’abbigliamento all’alimentazione ai rimedi fitoterapici.
I sintomi
insufficienza venosa può causare problemi di diversa natura, alcuni lievi e altri più seri, fino a casi estremi di invalidità. Tra i sintomi meno seri si annoverano disturbi come il formicolio e il gonfiore alle gambe, non necessariamente associati.
Si tratta di disturbi piuttosto comuni, che in genere vengono sottovalutati proprio perché compatibili con una vita ‘normale’, il che in molti casi può portare all’aggravarsi della situazione. Lo stesso può dirsi per il prurito, sempre alle gambe, e per la pesantezza agli arti inferiori che si manifesta soprattutto nel pomeriggio e alla sera, generalmente insieme al gonfiore.
Sintomi così lievi si riscontrano soprattutto quando l’insufficienza venosa è legata ad avvenimenti transitori, come la gravidanza o il periodo pre-mestruale. Sintomi più seri sono invece i crampi notturni, che colpiscono i polpacci mentre si dorme con fitte improvvise e acute, e il dolore in corrispondenza di una o più vene, in particolare di una varicosa. E ancora, la tendenza a sviluppare lividi, la presenza di macchie di colore scuro sulle gambe, la formazione di vene varicose, fino ad arrivare a quelle che sono delle vere e proprie patologie, come la flebite e la trombosi venosa
Le cause
Tra le cause più frequenti dell’insufficienza venosa ci sono la predisposizione e lo stile di vita. Per predisposizione si intende un insieme di cose: l’ereditarietà e la familiarità con il disturbo; la situazione ormonale; la gravidanza; la menopausa. Condizioni permanenti e croniche legate soprattutto al ciclo di vita femminile e agli stati permanenti e transitori che si presentano nell’arco della vita. Per quanto riguarda lo stile di vita, i lavori che richiedono di trascorrere molto tempo fermi in piedi sono deleteri per la circolazione e a lungo andare favoriscono l’insufficienza venosa e la formazione di vene varicose.
Altri motivi sono l’obesità, per il peso che le gambe devono sopportare quotidianamente, e poi l’ipertensione, il fumo di sigaretta, l’ipertensione. Le persone alte tendono inoltre ad avere problemi di circolazione, soprattutto a carico delle aree periferiche del corpo, poiché il tragitto da percorrere per il sangue è molto lungo, e in questo uomini e donne hanno le stesse possibilità di incorrere nel problema dell’insufficienza venosa.
Se le cause sono molteplici, le soluzioni sono invece pochine, nel senso che se non si vuole ricorrere a terapie farmacologiche quando il problema è appena agli albori, le armi a disposizione sono soltanto due: la prevenzione e le cure naturali.
La prevenzione
Nell’ambito della prevenzione, si possono individuare 3 aree di intervento: l’attività sportiva, l’alimentazione e lo stile di vita.
L’attività sportiva. Lo sport è importantissimo per prevenire l’insufficienza venosa, perché il movimento è buon alleato della circolazione del sangue. L’ideale, per chi è già al corrente della familiarità con il problema, è dedicarsi al nuoto, alla corsa (non agonistica) e alle camminate. Proprio il camminare è di grande stimolo per i flussi circolatori, già la proverbiale mezz’ora al giorno può risultare di grande aiuto per la causa. Non risolutiva, ovviamente, né sufficiente a scongiurare il rischio dell’insufficienza venosa, ma molto utile. Il movimento, inteso anche solo come passeggiata, è consigliato in particolare a chi svolge lavori sedentari o che costringono a stare a lungo in piedi.
L’alimentazione. Ci sono degli alimenti che favoriscono la ritenzione idrica, il ristagno dei liquidi e la cattiva circolazione, ed è il caso di evitarli, per quanto possibile. Si tratta dei fritti, dei salumi, dei cibi confezionati, dei dolci molto lavorati: tutte le cose buone, insomma, da limitare però ad occasioni rare. Al loto posto, sono da preferire le salutari frutta e verdura (alcuni tipi più di altri, come l’ananas e il sedano) e il pane e la pasta realizzati con la farina integrale o con i cereali, che contrastano il gonfiore. Al di là del tipo di alimenti consumati, bisogna tenere sotto controllo il peso corporeo, evitando brusche variazioni, e soprattutto il sovrappeso, che stimola la formazione di capillari e la ritenzione. E ovviamente, ultima ma non certo per importanza, l’acqua: fonte di vita e di plin, riveste un ruolo importante nel facilitare la circolazione.
Lo stile di vita. Il primo suggerimento arriva per le donne: no agli abiti strettissimi, compresa la biancheria intima, e no ai tacchi alti. Si, invece, alle scarpe basse o con tacco minimo e largo, agli abiti comodi e alle calze a compressione graduata, di quelle acquistabili in farmacia e nei negozi specializzati. Se il problema è solo all’inizio, vanno bene anche le calze contenitive commerciali, disponibili in tutti i negozi.
Poi bisogna evitare i bagni caldi e il sole. L’acqua calda, infatti, non aiuta la circolazione e tende a far dilatare le vene, al contrario dell’acqua fredda che energizza e mantiene le gambe toniche. Ideale la classica passeggiata in riva al mare con l’acqua alle caviglie, il più a lungo possibile.
Sempre a proposito di gambe, se si riesce a tenerle un po’ sollevate quando si dorme, con un cuscino da mettere ai piedi del letto, è molto meglio. Nel caso dell’ufficio, se non potete alzarvi spesso almeno cercate di muovere le gambe, stendendole avanti e indietro, così da attivare la circolazione.
La limitazione del fumo colpisce tutti, senza distinzioni di genere, mentre il no alla pillola anticoncezionale è tutto al femminile ed è un avvertimento che va sottoposto al medico curante, che potrà stabilire se è realmente necessario.
Letture correlate
I rimedi naturali
Le piante utili nel caso dell’insufficienza venosa sono quelle che proteggono i capillari, che fungono da stimolo per il microcircolo, che hanno proprietà antinfiammatorie e/o vaso protettive.
La centella asiatica, il rusco, l’ippocastano e il mirtillo nero sono note per queste proprietà: in diversa misura e per diversi aspetti, tutte aiutano la circolazione a fare il suo corso, per così dire, nel modo corretto.
La centella asiatica, in particolare, viene utilizzata come crema anche quando compaiono i primi capillari e per la semplice pesantezza alle gambe, per donar loro leggerezza e freschezza.
Ci sono poi altri rimedi naturali utilizzati in fitoterapia proprio quando il problema dell’insufficienza venosa emerge in tutta la sua portata e c’è bisogno di un aiuto in più: ne ricordiamo 2 in particolare.
Sorbo domestico. Il sorbo è una pianta con dei piccoli frutti che ricordano nella forma le mele e nell’antichità si riteneva che avesse dei poteri magici. In tempi moderni si è scoperto che i suoi poteri si applicano con successo ai problemi circolatori, soprattutto quelli che comportano insufficienza venosa. Le parti utili del sorbo sono le gemme, che grazie al loro complesso di tannini e vitamine, sono in grado di rafforzare le pareti venose e di agire come antinfiammatori. La forma in cui il sorbo domestico viene generalmente assunto è quella del macerato glicerico e il dosaggio è di circa 25 gocce due o tre volte al giorno, secondo le indicazioni dello specialista, da rapportare alle specifiche esigenze della persona.
Ippocastano. L’ippocastano è una delle punte di diamante dei rimedi fitoterapici per l’insufficienza venosa. La sua virtù principale è quella di stimolare il riassorbimento dei liquidi e di fortificare le pareti dei vasi sanguigni. In questo modo contrasta la ritenzione idrica e allo stesso tempo rende le vene più forti. Anche in questo caso, quella del macerato glicerico sembra la forma di utilizzo più efficace, da assumere nella misura di 40 gocce (dosaggio ‘medio’).