Accusi spesso bruciore di stomaco dopo mangiato o soffri di insonnia se la sera fai una cena più pesante?
Potresti soffrire di Reflusso gastroesofageo. Difficoltà a digerire, bruciore all’altezza dello stomaco e nausea sono tra i sintomi più comuni della malattia del reflusso gastroesofageo (acronimo MRGE).
Ma non sono gli unici: a volte può comparire con disturbi che, in apparenza, non sono legati alla digestione: singhiozzo, asma e abbassamento della voce. Eppure la causa può essere proprio il reflusso gastrico. Ti spiego di che cosa si tratta e perché può determinare questi sintomi diversi tra di loro e soprattutto ti darò qualche consiglio per trattarlo in modo naturale senza ricorrere a farmaci per il bruciore di stomaco.
Di solito trattando il problema in modo tempestivo i sintomi del reflusso diminuiscono o spariscono in pochi giorni.
Se il problema persiste e non accenna a migliorare, potrebbe trattarsi di reflusso cronico. L’endoscopia è una delle procedure più diffuse per la diagnosi del reflusso gastrico e consiste nel posizionare un piccolo tubo illuminato e dotato di videocamera all’interno dell’esofago per valutare l’infiammazione del tessuto (esofagite).
Cos’è e come si manifesta il reflusso gastrico
Lo sfintere esofageo inferiore è il muscolo posto tra l’esofago e lo stomaco. La sua funzione è fondamentale per la corretta digestione: si apre per lasciar passare il cibo nello stomaco e si chiude per impedire ai succhi gastrici di risalire verso l’esofago. Nei soggetti che soffrono di reflusso gastrico, questo muscolo è indebolito e non riesce a svolgere adeguatamente il suo compito. Dunque il contenuto presente nello stomaco passerà nell’esofago causando il reflusso gastroesofageo (o gastrico).
Quali sono le cause del reflusso
La prima causa del Reflusso gastroesofageo va ricercata nelle cattive abitudini alimentari: sarebbero da evitare cibi speziati o fritti, cioccolata, alcol o bevande gassate, soprattutto la sera. Alcuni studi hanno dimostrato come anche le sigarette contribuiscano ad indebolire e a rilassare lo sfintere esofageo inferiore.
E’ stato evidenziato un collegamento tra il reflusso gastroesofageo e l’ernia iatale: quest’ultima infatti tende ad indebolire lo sfintere, aumentando così il rischio di reflusso. L’ernia iatale si verifica quando la parte superiore dello stomaco si muove verso l’alto attraverso una piccola apertura nel diaframma (iato diaframmatico), il muscolo che separa l’addome dal petto.
In realtà non ci sono prove scientifiche che evidenziano in modo certo il collegamento tra ernia iatale e reflusso, ma statisticamente questa condizione espone maggiormente al rischio di reflusso del contenuto dello stomaco all’interno dell’esofago. Anche la gravidanza e l’obesità possono essere fattori di rischio (non a caso le donne incinta soffrono spesso di bruciore di stomaco).
Ci sono anche studi che hanno indagato la correlazione, in termini di frequenza, con la Fibrillazione Atriale (FA) (1).
Come curare il reflusso con i rimedi naturali
Ora che hai visto perché soffri di reflusso gastrico, ti apparirà chiaro che il primo passo per risolvere il problema è cambiare la tua alimentazione. In molti casi, infatti, la MRGE può essere trattata con un semplice cambiamento di vita e di dieta, sebbene in casi più gravi può essere richiesto un trattamento farmacologico o addirittura la chirurgia (per le situazioni più estreme e per fortuna rare).
Nella fase acuta certi cibi andrebbero proprio evitati, per poi essere eventualmente reinseriti gradualmente nella fase di mantenimento. Mastica i cibi lentamente, facendo bocconi piccoli. Altra abitudine sbagliata da evitare è quella di mangiare troppo tardi la sera: meglio se tra la cena e l’ora di andare a letto lasci passare almeno due o tre ore. Se proprio non ti è possibile, cerca di adagiare la testa sul cuscino con una inclinazione ampia, permettendo così alla gravità di minimizzare la spinta del reflusso verso l’esofago.
In caso di problemi persistenti o dolori acuti, il medico potrà consigliare farmaci antiacidi. Questi però, a lungo termine, possono causare effetti secondari tra cui diarrea, alterazione del metabolismo del calcio (cambia il modo in cui il corpo scompone e utilizza il calcio) e accumulo di magnesio nel corpo (2). Troppo magnesio risulta dannoso per le persone affette da malattie renali. Se si fa uso di antiacidi per oltre due settimane consecutive, è opportuno un consulto specialistico.
Alginato di sodio, ecco il rimedio anturale
Concludo parlandoti di un rimedio naturale contro il reflusso gastrico che nel tempo si è dimostrato particolarmente efficace: l’alginato di sodio (3). Questa sostanza si estrae dalle alghe brune delle quali è uno dei costituenti principali in quanto è il componente strutturale della parete cellulare di queste alghe.
L'alginato è quindi una fibra naturale detta solubile che non viene assorbita dall'organismo. La sua capacità primaria è quella di essere in grado di assorbire grandi quantità di acqua, si stima circa 200-300 volte il suo peso, attraverso cui si rigonfia e crea una mucillagine viscosa che letteralmente galleggia nello stomaco evitando la risalita dei liquidi acidi gastrici (il reflusso), e nello stesso tempo creando una barriera viscosa sulle pareti dello stomaco che proteggono la membrana dalle sostanze acide, limitando di fatto il bruciore che in questi casi normalmente si avverte. Si usano normalmente le compresse di alginato.
Il consiglio è quello di non sottovalutare mai i primi sintomi del reflusso gastrico: le esofagiti gravi, specie se non trattate, possono nel corso degli anni provocare sanguinamento o ulcere. Le continue cicatrizzazioni sono tra le cause del restringimento e della compressione dell’esofago.
Il reflusso cronico può sviluppare nel tempo una condizione chiamata esofago di Barrett, ovvero un cambiamento anomalo delle cellule dell’esofago inferiore che ha come conseguenza più grave l’adenocarcinoma esofageo.
Benché fastidioso e disagevole, il reflusso gastroesofageo non è pericoloso per la salute e, se trattato in maniera adeguata, può essere facilmente ridotto o bloccato.
Meglio quindi intervenire con metodi naturali per alleviare i fastidi il prima possibile.
Bibliografia
1 World J Gastroenterol. 2014 Jul 28;20(28):9592-9. Atrial fibrillation in patients with gastroesophageal reflux disease: a comprehensive review
2 Ipermagnesemia: James L. Lewis, III MD, Brookwood Baptist Health and Saint Vincent’s Ascension Health, Birmingham.
3 Jacoby H.I., Brodie D.A., Emerging Gastrointestinal Therapy Markets. Waltham, MA: Decision Resourches, 1997;
Le informazioni presenti in questo articolo non possono e non devono sostituire il consulto medico. Ogni indicazione o suggerimento o rimedio naturale riportato NON deve essere seguito senza consulto del proprio medico.